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Il caso - Cesa è scoppiato a causa di un uomo vicinissimo a Nicolino Grande Aracri




E' un intrigo politico - giudiziario di livello nazionale che ha reso ancor più grave la crisi del Governo Conte, complicando le trattative per formare una nuova maggioranza: il caso - Lorenzo Cesa (nella foto da ilfattoquotidiano.it), lo scandalo che ha investito il segretario nazionale dell'Udc, è scoppiato perchè il politico è stato indagato e perquisito a seguito dei suoi contatti con un uomo ritenuto vicinissimo a Nicolino Grande Aracri. Sì, proprio il capo della ndrangheta a Reggio, il personaggio principale dell'inchiesta Aemilia, il mafioso che sta scontando un ergastolo definitivo nel carcere di Opera per l'omicidio dell'altro boss, Antonio Dragone, avvenuto nelle campagne del crotonese nel 2004. 
L'inchiesta Basso Profilo dei magistrati della Dda di Catanzaro descrive Lorenzo Cesa come parte di una associazione a delinquere che avrebbe agevolato l'attività mafiosa. 
Cesa e il suo braccio destro in Calabria, Talarico, si legge nelle carte dell'ordinanza cautelare, "avrebbero assicurato di intercedere con pubblici ufficiali in servizio presso enti pubblici, ovvero con amministratori di società in house di livello nazionale". I beneficiari di questa intermediazioni sarebbero stati gli imprenditori Antonio Gallo e Antonino Pirrello. Antonio Gallo, classe '80, sarebbe un uomo di Nicolino Grande Aracri: a confermarlo sono le intercettazioni dove lo stesso Gallo svela i suoi legami con il vertice della ndrangheta di Cutro. 
Le intercettazioni sono molto interessanti perchè Gallo, al telefono, conferma la sua vicinanza a 'Mano di gomma' Grande Aracri (la vicinanza al crimine organizzato era già stata sostenuta dal collaboratore di giustizia Santo Mirarchi):

'l'unica parte che mi potevano incastrare e non mi hanno incastrato in vita mia è stato con Nicolino... con mani di Go, (- mani di gomma-, alias di Nicola Grande Aracri) con lui avevo rapporto stretto, ma, ma non facevo niente, non è che io facevo lo 'ndranghetista, rompevo i coglioni alla gente"

Un bel guaio per quel meraviglioso sottobosco parlamentare che vedeva nei senatori dell'Udc una possibile stampella per il governo Conte bis, dopo l'uscita del gruppo Italia Viva dalla maggioranza: già Cesa aveva detto no ad un sostegno a Conte, con l'operazione della Dda di Catanzaro l'area politica dell'Udc è divenuta molto più complessa da 'avvicinare' alla coalizione di maggioranza. 

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