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Realignment, come dicono gli anglosassoni: il Pd getta l'ancora al centro con gli ex forzisti. E la sinistra che fa?




Facciamo un po' di teoria. 

Un riallineamento politico, spesso chiamato elezione critica, riallineamento critico o elezione di riallineamento, nei campi accademici delle scienze politiche e della storia politica, è un insieme di bruschi cambiamenti nell'ideologia del partito, nelle questioni, nei leader del partito, nelle basi regionali e demografiche del potere di partiti politici e la struttura o le regole del sistema politico, come l'eleggibilità o il finanziamento degli elettori. I cambiamenti si traducono in una nuova struttura di potere politico che dura per decenni, sostituendo una vecchia coalizione dominante. Gli studiosi invocano spesso il concetto nelle elezioni americane e occasionalmente in quelle di altri paesi.

E ora un po' di pratica, su Reggio Emilia.

A Reggio questo fenomeno sembra abbracciare, per il centrosinistra di governo, lo spazio ormai di un ventennio. E in questi giorni abbiamo qualche traccia del prossimo step di questo fenomeno.

L'accelerazione del realignment è partita con le elezioni amministrative del 2019, quando un articolo molto esplicito di 24 Emilia citava il sostegno di politici ex di Forza Italia alla candidatura del sindaco Pd Luca Vecchi. In prima fila nell'operazione c'erano precedenti dirigenti ed eletti di Fi come Liborio Cataliotti, Claudio Guidetti, Anna Maria Terenziani. Si ebbe traccia dell'operazione anche nelle candidature di Più Europa, lista che mise in campo, ad esempio, Angela Frontera, figlia di Salvatore Frontera, che qualcuno ricorderà come consigliere di circoscrizione di Forza Italia alla fine degli Anni Zero. Operazione che pagò qualche dividendo, visto che da Più Europa sbarcò in Giunta Comunale Mariafrancesca Sidoli, già candidata in comune a Reggio con Forza Italia nel 2004.

A fine 2021, si affaccia alla ribalta politica locale il coordinamento tra Nuovo Psi, Italia Viva, Azione, Più Europa e Liberamente - Reggio Emilia 2030: si tratta, quest'ultima, dell'associazione di Claudio Guidetti.

Lo scorso 30 marzo 2022, ecco il nuovo organigramma di Più Europa a Reggio: ci sono due ex 'big' di Forza Italia a Reggio come Vittorio Baldrati (consiglio direttivo) e Claudio Guidetti (invitato permanente).

Questa mattina al Resto del Carlino, Claudio Guidetti ufficializza la nascita della sua nuova lista politica: Crea LiberaMente, un soggetto che occupa il centro politico e si schiera contro i populismi, individuati nel M5s, nell'estrema destra e nell'estrema sinistra.

"E’ un’uscita dalla logica bipolare, che ci ha incatenato nella Prima Repubblica in un modo, nella Seconda in un altro. I valori politici vanno certamente recuperati, ma sono quelli di fondo. I partiti sono uno strumento per affermarli. Ma una cosa voglio dirla: non guardiamo certo ai populismi dei Cinque Stelle e di certa destra o estrema sinistra". 

Si compone dunque il quadro delle forze del centro politico che dovrebbero appoggiarsi al Pd nelle prossime elezioni amministrative: con ben cinque liste che però, a occhio, tra due anni potrebbero anche correre come federazione (Italia Viva, Azione, Nuovo Psi, LiberaMente, Più Europa paiono concorrere più o meno per lo stesso elettorato e andare divisi non avrebbe senso). 

Mentre al centro si registra un gran fermento, a sinistra del Pd le forze politiche sembrano lavorare ancora ognuna per conto proprio. Ci sarà spazio per una intesa? E, soprattutto, sarà possibile un dialogo ed, eventualmente, un accordo col Pd? Ad oggi, mentre i centristi hanno relazioni attive con l'amministrazione, le liste a sinistra dei dem sono sul piede di guerra contro i piani alti del Municipio. Lo scenario è che il prossimo progetto amministrativo per la città, quello imperniato sul Pd, possa essere ancorato al centro e non a sinistra. 

Sarebbe una novità notevole: nel 2004 i Ds si candidavano alleandosi, guardando solo a sinistra, con Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi, che assommavano in totale circa il 15% dei consensi nelle urne. Nel 2024, questo bacino di consenso sembra essersi volatilizzato almeno in buona parte. Nel 2019, a sinistra del Pd c'erano, in maggioranza, due liste come Reggio E' e Immagina Reggio (Verdi Ecologisti) che sommavano circa il 5,5%. Mentre ancora più a sinistra, fuori da ogni coalizione, Rec ha raggranellato solo il 2,51%. 

Sono passati altri tre anni e la domanda viene spontanea: con il Pd che guarda al centro, quanto conta ancora la sinistra a Reggio?

Ai posteri, come sempre, l'ardua sentenza. 

(foto di Dario Veronesi per Unsplash)

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