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IL CASO SILK FAW PORTA DRITTO AL PARADISO FISCALE DELLE CAYMAN - CHI C'E' DAVVERO DIETRO QUESTA STORIA? - INTANTO, MA E' UN CASO, L'UNICO FINANZIATORE NOTO SPUNTA NEI DINTORNI DI TRUMP


 
28-8-22: LA GIORNATA. 

* Il caso Silk Faw, da qualunque lato lo si prenda, porta dritto dritto alle Cayman. Dal paradiso fiscale arrivavano le risorse per avviare il progetto atterrato, solo su carta, a Gavassa. 

* La catena proprietaria della società 'reggiana' porta all'isola dei Caraibi. In particolare si ha traccia di un'unica operazione finanziaria: quella con cui Silk Ev Cayman si fa prestare dalla Ideanomics i soldi, 15 milioni di euro, per un piccolo pezzo dell'investimento di Gavassa. Come è finita? Con Ideanomics che ha chiesto i soldi indietro attraverso una causa. 

* Il vero scandalo di tutta questa storia è che non si ha la più pallida idea di chi dovesse metterci gli altri soldi. Appena si sono accesi i riflettori sulla questione, tutto il progetto ha subito strani rallentamenti, giustificati con problemi geopolitici tra Usa e Cina. Il capo di Silk Faw ha parlato di un pool di Banche cinesi, mentre indiscrezioni giornalistiche hanno ipotizzato che i soldi potessero arrivare da fondi dei soliti Emirati. Per ora nisba.

* Tra la Silk delle Cayman e quella italiana c'è una società irlandese, la Silk Sports Car Company Holdings Ireland Limited. L'amministratore risponde al nome di Sean O'Sullivan, registrato in via Molesworth 32 a Dublino. Al nome e all'indirizzo corrisponde il nome di un professionista legato ad una delle società più attive da sempre alle Cayman: la Maples Fund Services. 

* Maples Fund Services è una divisione del Maples Group, denominazione recente di quello che originariamente era Maples & Calder: uno studio legale che opera da decenni alle Cayman. 

* Ed ecco come descrive la Maples & Calder un articolo piuttosto recente (2020) dell'Espresso: allo stesso indirizzo delle Cayman hanno sede 18mila aziende. 

* "I critici più rigorosi descrivono, in punta di diritto, il puzzle fiscal-finanziario generato dal dilagare del fenomeno offshore contemporaneo come una delle peculiarità più nocive indotte dalla globalizzazione finanziaria. Peraltro, allo stesso tempo in molti s’affrettano a far notare, in punta di penna e con addendi numerici, che il fenomeno c’è, è vitale, ma in discreta ritirata. Non è certamente questa l’opinione delle dozzine di avvocati di alto livello che periodicamente sfilano lungo i corridoi e tra le sale in legno di Ugland House, un edificio ampio, aperto, gradevole, diciamo “fine”, che funge da sede d’uno dei più noti studi legali tra quelli che operano tra i labirinti offshore, “Maples and Calder”. La dimora, cui abbiamo già accennato, è sita a George Town, capitale delle Isole Cayman, ed è contestualmente indicata anche come sede legale di oltre 18.000 aziende rappresentative d’una sorta di “giochi fiscali senza frontiere” ma con unico indirizzo, Ugland House".

* Intanto, sempre alle Cayman traffica a tutto spiano il 'grande capo' di Ideanomics ai tempi del prestito alla Silk: ovvero Bruno Wu. Recentemente l'imprenditore sino americano, l'unico volto noto dietro la cortina di fumo che nasconde l'origine dei soldi destinati all'operazione reggiana, si sta mettendo alla prova nel settore dei social media. Compare nelle carte della Yunhong International insieme a Patrick Orlando: un imprenditore che lavora per Donald Trump alla realizzazione di Truth, il social che l'ex presidente Usa voleva creare per aggirare il blocco a suo danno da parte di Twitter. 

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